Nonostante mi atteggi a sommelier raffinato del videoludo, ammetto che ho sempre subito un certo fascino verso gli Assassin’s Creed, sarà semplicemente per imprinting, o perché ancora mi ricordo, nel lontanissimo 2005, lo stupore che provai a vedere Altair che si arrampicava ovunque, le sue dita si muovevano per aggrapparsi alle pietre, spingeva via le persone che gli camminavano vicino, insomma all’epoca sembrava veramente il futuro. Poi la serie si è affermata, e ha cominciato a ripetersi (e a essere copiata) e la meraviglia è andata via via scemando, anche se nonostante trovassi divertente giocarci.
Trovavo divertente giocare agli AC prima del loro cambio di formula, prima del abbandono di un’anima ben definita: uno stealth game con parkour e turismo digitale, per abbracciare la più generica e inflazionata formula dell’action-adventure-rpg-openworld. Malattia che ha colpito tutto il mondo videoludico negli ultimi anni1. In Valhalla, poi, era venuto meno anche la meraviglia del parkour: ambientare la serie in una scandinavia/britannia popolata da vichinghi che vivevano in tuguri e capanne di legno ha tolto anche tutta la parte divertente di arrampicarsi in giro. Senza contare che oramai questi “nuovi” titoli durano tutti più di 30 ore, andando a confermare che “grosso è meglio”.
Mirage torna sui vecchi passi della serie Ubisoft, vengono tolte tutte le parametrie e finalmente lo stealth torna a essere il cuore pulsante del titolo, e la lama celata centrale. Non servono livelli, armi migliori e tutte le altre amenità da RPG per ammazzare con un singolo colpo qualsiasi nemico se Basim (il protagonista) è nascosto alla vista. Il gioco è infatti piacevole da giocare. Scorre liscio, soprattutto per me che sentivo la mancanza di un Assasin's Creed classico. Mirage torna ad avere un'anima e non a essere l'ennesimo titolo copia-incolla. Però in questo gioco non funziona tutto: la trama è dimenticabile (e dimentica da me), i dialoghi imbarazzanti, la cura grafica sembra essere un passo indietro rispetto ai titoli precedenti, il combattimento è troppo semplice e perde un po' della profondità che si era cercato di dargli con i vari Odyssey/Origins/Valhalla e la Baghdad di Mirage non è affascinante come le città dei vecchi titoli (soprattutto Gerusalemme e Firenze). Però il gioco ha, stranamente, una ventata di aria fresca nonostante sia un gioco fuori tempo massimo e vecchio. Forse è la nostalgia che parla, ma io preferisco un gioco come Assassin's Creed Mirage (che dura anche “solo” 12 ore) rispetto alla nuova, ormai classica, formula.
Anche se questo fenomeno ci ha dato quel capolavoro di BotW.