Hai copiato? Bravo.
Contro il copyright: difendere la cultura, non possederla
Introduzione: il copyright in crisi
Il copyright, da sempre considerato il baluardo della tutela degli autori, ĆØ oggi al centro di un ripensamento radicale. Nato per garantire il diritto di esclusiva sugli oggetti culturali e incentivare la produzione di opere originali, si rivela oggi sempre più uno strumento inefficace e obsoleto, incapace di rispondere alla complessitĆ dellāecosistema digitale.
Nel saggio Abolire la proprietĆ intellettuale, Michele Boldrin e David K. Levine propongono di superarlo completamente1: secondo loro, il copyright non favorisce lāinnovazione, ma la frena, creando monopoli e ostacolando la diffusione delle idee.
Il copyright come vincolo alla creativitĆ
La promessa originaria del copyright era semplice: garantire un reddito agli autori per permettere loro di continuare a creare. Ma nel tempo, la funzione si è pervertita: oggi protegge più gli interessi degli intermediari (editori, produttori, piattaforme) che quelli dei creatori2.
Inoltre, vietare la copia contraddice la storia stessa dellāarte, che si ĆØ sempre fondata sulla contaminazione. Dante non esiste senza Virgilio, Tarantino non esiste senza Godard. Il copyright blocca il flusso naturale della cultura, per sostituirlo con lāillusione della proprietĆ assoluta3.
Esempio: un autore in un mondo senza copyright
Immaginiamo uno scrittore fantasy che pubblica il suo romanzo in un mondo dove il copyright ĆØ stato abolito. La storia si diffonde rapidamente: viene tradotta, riadattata, illustrata da fan, ripubblicata da terzi.
Eppure, lāautore non viene cancellato: diventa un riferimento culturale. Ć riconosciuto come creatore del mondo narrativo. I lettori vogliono sostenerlo, comprano edizioni speciali, si abbonano a una newsletter con contenuti inediti. Il valore economico non nasce dalla limitazione dellāaccesso, ma dalla costruzione di un rapporto diretto e riconoscibile4.
Obiezione 1: āCome guadagno se tutti possono copiare la mia opera?ā
La più classica delle domande.
Risposta: si guadagna sulla relazione, non sulla copia
GiĆ oggi moltissimi autori vivono grazie a:
crowdfunding (Patreon, Kickstarter)
contenuti extra o āearly accessā
eventi, interviste, corsi
collaborazioni, visibilitĆ pubblica
Il pubblico paga non per lāoggetto, ma per partecipare a unāesperienza. Ć il modello del creator, non del proprietario5.
Obiezione 2: āE se copiano anche il mio merchandising?ā
Senza copyright, anche il merchandising può essere copiato.
Risposta: lāoriginale ĆØ un fatto culturale, non legale
Come scrive Nelson Goodman, lāoriginale non ĆØ solo ciò che ĆØ materialmente unico, ma ciò che ĆØ istituzionalmente riconosciuto come tale6. Anche se due magliette sono identiche, il pubblico attribuirĆ più valore a quella āufficialeā, legata al creatore.
Obiezione 3: āLe grandi aziende ci schiaccerannoā
Il timore ĆØ che lāabolizione del copyright favorisca solo chi ha più mezzi.
Risposta: accade giĆ oggi ā e senza vantaggi reali
Le multinazionali copiano, plagiano, dominano lāattenzione, ma non sempre vincono. Il pubblico digitale può rifiutare il plagio e premiare lāautore vero7. Inoltre, strumenti come la blockchain culturale o i timestamp pubblici rendono possibile attribuire la paternitĆ senza copyright8.
Obiezione 4: āChi investe in progetti costosi?ā
Film, videogiochi, animazione: chi paga se il prodotto può essere copiato subito?
Risposta: cambia il modello di business
Piattaforme come Steam, Spotify, Netflix mostrano che si può guadagnare offrendo accesso, servizi, esperienze. Lāopera non ĆØ solo un oggetto da comprare, ma un mondo a cui accedere9.
Si può prevedere una protezione limitata nel tempo (6-12 mesi) solo per permettere il recupero dellāinvestimento iniziale.
Obiezione 5: āSi abbassa la qualitĆ ā
Senza ritorno economico certo, il rischio ĆØ la saturazione di opere mediocri.
Risposta: la qualitĆ ĆØ selezionata dalla cultura, non dal copyright
Il copyright non filtra la qualitĆ . Lāecosistema digitale può farlo meglio, tramite:
curatori
critici indipendenti
piattaforme editoriali etiche
La qualitĆ , come la veritĆ , non ha bisogno di essere protetta per esistere10.
Obiezione 6: āIl copyright ĆØ un diritto naturaleā
Un autore ha diritto a possedere ciò che crea.
Risposta: le idee non sono oggetti
Le opere sono frutto di reti culturali, contesti, contaminazioni. Nessuno inventa ex nihilo. Il diritto dellāautore ĆØ importante, ma non coincide con lāesclusivitĆ di riproduzione. Ć un riconoscimento, non un recinto11.
Benjamin, Eco e lāaura post-digitale
Walter Benjamin, giĆ nel 1936, parlava della perdita dellāaura nellāera della riproducibilitĆ tecnica12. Ma oggi, quellāaura si ĆØ trasferita sullāautore: ĆØ la sua storia, la sua voce, la sua presenza pubblica a creare valore.
Umberto Eco, invece, sottolineava lāautonomia del testo: lāopera āvive per conto proprioā nella mente dei lettori13. Il copyright, in fondo, cerca di trattenere ciò che ĆØ giĆ scappato: il significato si genera nel pubblico, non nella legge.
Conclusione: lāautenticitĆ oltre la legge
Abolire il copyright non ĆØ un gesto anarchico, ma una riforma necessaria per restituire centralitĆ allāautore e libertĆ alla cultura.
Nel nuovo paradigma:
Lāautore ĆØ riconosciuto, non blindato.
Il pubblico ĆØ partecipe, non colpevolizzato.
La copia non ĆØ un furto, ma una forma di vita.
Non meno tutela, ma una tutela diversa: fondata sulla fiducia, sulla reputazione e sulla circolazione.
Nota dellāautore
Questo articolo, scritto con lāaiuto di ChatGPT, parla di abolire il copyright. Ironico, se pensiamo che proprio ChatGPT viene spesso accusato di violarlo. Forse, più che un problema, ĆØ un sintomo.
Boldrin, M., & Levine, D. K. (2008). Against Intellectual Monopoly. Cambridge University Press. Versione italiana: Abolire la proprietĆ intellettuale, IBL Libri, 2012.
Si veda anche Lessig, L. (2004). Free Culture: How Big Media Uses Technology and the Law to Lock Down Culture and Control Creativity. Penguin.
Jenkins, H. (2006). Convergence Culture: Where Old and New Media Collide. NYU Press. L'autore mostra come lāindustria mediale moderna si fondi su processi di riuso e contaminazione culturale.
Cfr. Shirky, C. (2008). Here Comes Everybody: The Power of Organizing Without Organizations. Penguin.
McLuhan, M. (1964). Understanding Media: The Extensions of Man. McGraw-Hill. Anche se in un contesto diverso, lāautore aveva giĆ intuito come il mezzo (e il rapporto col pubblico) diventi messaggio.
Goodman, N. (1968). Languages of Art: An Approach to a Theory of Symbols. Hackett Publishing.
Un esempio concreto ĆØ il caso āAdam Ellis vs. TeeChipā, in cui una piattaforma aveva venduto merchandising con disegni dellāautore senza autorizzazione, ma ĆØ stata travolta dalla pressione pubblica.
Progetti come Arweave, IPFS e sistemi di notarizzazione su blockchain (es. Ethereum, Bitcoin via OpenTimestamps) offrono giĆ infrastrutture per la certificazione aperta di opere digitali.
Il modello āgames as a serviceā (GaaS) ĆØ oggi dominante nellāindustria videoludica: il valore (soprattutto economico) risiede nellāesperienza continuativa, non nella copia fisica o digitale.
Eco, U. (1979). Lector in fabula. Bompiani. Lāinterpretazione ĆØ parte costitutiva dellāopera, che non può essere pienamente controllata dallāautore.
Vaidhyanathan, S. (2001). Copyrights and Copywrongs: The Rise of Intellectual Property and How it Threatens Creativity. NYU Press.
Benjamin, W. (1936). Lāopera dāarte nellāepoca della sua riproducibilitĆ tecnica. Edizione italiana: Einaudi, 2000.
Eco, U. (1979). Lector in fabula, cit.