Quello che successe a Enrico è un fatto alquanto bizzarro. Come sempre si era svegliato alle 7:25 e alzato dal letto alle 7:30. Come sempre aveva messo il caffè a bollire, prima di andare in bagno, ma in bagno lo spazzolino era a sinistra del lavandino e non a destra, dove era stato meticolosamente sistemato la notte precedente. Tutto ciò era un oltraggio! La sua giornata era rovinata! La routine distrutta! sicuramente avrebbe fatto tardi a lavoro, il capo lo avrebbe sgridato, sarebbe stato licenziato e non avrebbe mai potuto chiedere alla bellissima Lisa del secondo piano del reparto marketing di poter uscire con lui…
Calma! Doveva mantenere la calma. Lo spazzolino posizionato sul lato sbagliato del lavandino non gli avrebbe permesso di farsi rovinare la giornata. Bevve il suo caffè, si sistemò e riuscì a uscire di casa in perfetto orario, nonostante quel deprecabile incidente… Certo che in casa viveva solo ormai da diversi anni e la sera prima, come sempre, non aveva avuto nemmeno ospiti, come era possibile che lo spazzolino fosse sul lato sbagliato del lavandino. Il pensiero lo avrebbe tormentato tutto il giorno sul posto di lavoro. Chi lo aveva spostato? Impossibile che lui la sera prima avesse riposto il maledetto spazzolino nel modo sbagliato. Doveva indagare. Non riusciva a lavorare, andò dal capo ufficio e chiese di poter tornare a casa prima, inventandosi un dolore allo stomaco e in qualche altra parte non meglio precisata del corpo. Il gentile Signor Rossi lo lasciò andare via prima, augurandogli una buona e veloce guarigione.
Enrico guidò come un pazzo verso casa, come era possibile che lo spazzolino quella mattina non fosse al suo posto? C’era qualcosa che non andava…
Arrivato all’agognata dimora, aprì la porta e febbrilmente si diresse nel bagno, rovistò nei cassetti, nel portabiancheria, svuotò ogni singolo flacone di sapone presente nel bagno. Ma non c’era nulla! Nulla che potesse giustificare quell’increscioso fatto del mattino. Lo spazzolino era impossibile fosse stato riposto a sinistra, ma comunque sia, era verità ormai consolidata, che lo stesso, la mattina, si trovasse proprio nell’odiata posizione. Enrico si gettò sulla poltrona, accese la televisione sperando che il chiacchiericcio mediatico avrebbe ammutolito il suo pensiero.
Ma lo spazzolino la mattina si trovava a sinistra, nonostante tutto, doveva esserci una spiegazione. La mano invisibile di un dio lo aveva spostato per far impazzire il povero Enrico, misteriose forze cosmiche e antiche giocando a dadi col caso avevano permesso che per una serie di incredibili eventi qualcosa fosse cambiato, oppure… oppure qualcuno stava cospirando contro di lui. Sì qualche massone, qualche potente, un capitalista, un ricco, era entrato in casa sua, la casa di un borghese piccolo piccolo, per farlo impazzire e rovinargli la vita, mentre il diabolico se la rideva spiandolo dalle microtelecamere montate negli apparecchi elettronici di tutti i giorni presenti in casa, come la: TV.
Enrico si gettò sulla tv, analizzandola minuziosamente, la staccò dai cavi, la mise sul tavolo e cominciò a tastarla in cerca di quella prova che mettesse all’angolo i diabolici, i cospiratori, gli odiati illuminati. Nessuna evidenza delle microcamera, anche aprendo la TV con il cacciavite e qualche attrezzo, rompendola e rendendola inservibile, Enrico non trovò nulla. Ma certo, Loro non sono così stupidi, non lascerebbero mai prove sparse in giro per casa di un uomo medio come lui! Il fatto che non ci fossero evidenze dell’effrazione, che aveva permesso a Loro di potersi prendere gioco del piccolo Enrico spostando lo spazzolino, era già una prova schiacciante. La prova era la mancanza stesse di prove. Lo stavano osservando. Ne era sicuro! Chissà quali disgustose macchinazioni stavano tramando dalla loro tana. Volevano far impazzire tutti i piccoli impiegati come lui per poterli controllare meglio sul lavoro? Se lo potevano scordare! Domani si sarebbe licenziato! Che se ne vadano al diavolo! Loro e i loro stupidi piani di controllo delle masse! Non sarebbe impazzito, certo, per un spazzolino spostato… Però lo avevano spostato! Loro erano entrati in casa sua, Loro avevano disturbato la sua privacy, la sua dimora, Loro si erano permessi di andarlo a colpire lì, dove era più fragile, nel privato, ma più precisamente nel bagno! Non esiste luogo più privato del bagno di casa! Oh, luogo santo che conosci tutti i nostri segreti! Oh, cullante oasi dal trono di porcellana che ci liberi dal mondo! Loro avevano violato quel luogo! Maledetti!
… ma se invece fosse tutto un piano di quelli che combattono Loro per vedere se Enrico fosse veramente pronto. I rivali di Loro, lo stavano mettendo alla prova. Enrico doveva solo capire, tutta la realtà non era reale, non era un caso che lo spazzolino fosse stato riposto a destra… o era a sinistra… non aveva più importanza, finalmente aveva capito! Quel mondo grigio, fatto di divorzi, di invidie, di noia, di giornate uggiose e di asettici uffici non poteva essere la realtà. Gli Antagonisti, i buoni, stavano cercando di aiutarlo. Finalmente aveva compreso, doveva fuggire! Era dentro una simulazione, una non realtà, e anche se fosse stata quella la Realtà non poteva più sopportarla, non poteva più accettarla: il suo spazzolino era stato spostato.
Enrico allora corse nello sgabuzzino, caricò il suo fucile da caccia che non usava ormai da anni, mise la canna in bocca e ridendo a crepapelle perché, finalmente, aveva fregato tutti, stupidi esseri ingessati nel loro completo lavorativo, che ripetono fino alla noia la stessa routine in attesa della morte. Aveva battuto Loro e stava per fuggire dalla realtà, da quella Realtà. Premette il grilletto.
E poi fu il buio…