(warning: questo articolo sono pensieri sparsi, scritti con foga in un flusso di coscienza dei poveri)
Questo articolo era partito come un’elegia di Halo 2, purtroppo mi sono ritrovato in difficoltà a descriverlo, non tanto perchè non creda che non sia un ottimo gioco, ma perchè sono in difficoltà a parlare del titolo Bungie nel 2021. E quindi devo confessarvi che ho un timore che cercherò di spiegare più avanti, forse…
Per me Halo 2 è uno dei pochi capolavori del medium videoludico.
Sono estremamente convinto dell’affermazione precedente, ma oggi, per colpa dei suoi seguiti e per colpa di un elitarismo che sta impregnando il medium videoludico, la trilogia di Halo non è più tanto tenuta in considerazione. Mi dispiace, però, ammettere che sono 17 anni, ovvero dal 2004 (anno dell’uscita di Halo 2), che ogni volta che avviate e vi intrattenete con un FPS state giocando al secondo titolo della trilogia sviluppata da Bungie, o a una sua evoluzione.
Sembra, quasi, che il videogiocatore si vergogni di aver apprezzato la trilogia di Halo, che si voglia sciacquare di dosso la sporcizia di quello che, secondo lui, non è un videogioco autoriale. Halo 2, o meglio l’intera trilogia, sono estremamente autoriali, influenti e importanti per l’intero medium.
Stessa cosa è capitata con il primo capitolo di Kingdom Hearts, zeitgeist totale della sua epoca. Unire personaggi Disney ai personaggi di Square fu una mossa incredibile, ma non solo. Il racconto era ben confezionato, dietro degli intenti totalmente commerciali c’era un’anima e un amore viscerale per il narrare attraverso il videogame. Kingdom Hearts fu un altro dei pochi capolavori videoludici (cosa che purtroppo i seguiti non sono mai stati), solo risentire quelle musiche riaccende emozioni e ricordi per sempre legate a quell’epoca
Purtroppo a causa dei loro seguiti sia Kingdom Hearts, che la trilogia di Halo, sono stati dimenticati, come se fossero state una loro colpa le decisioni sbagliate (e scellerate) prese in seguito. Oggi risulta veramente difficile entrare in una discussione sui videogiochi, in un convivio che cerca di darsi anche un certo spessore culturale, e dire che hai amato Kingdom Hearts o Halo 2. Inutile far notare a tutti che il secondo capitolo della trilogia di Bungie in realtà è stato seminale per il genere, inutile anche far notare che la narrazione, per l’epoca, era totalmente avanguardista, metterti nei panni, anche, degli alieni non era certo una cosa banale, senza contare la maestria dell’aver saputo costruire microtrame all’interno delle singole missioni che andavano pian piano ad arricchire e a impreziosire la narrazione principale.
Mi è sembrato di notare che questa visione del mondo videoludico stia colpendo anche Kojima, e altri. Ultimamente ho percepito un certo revisionismo, negativo, verso i primi due Metal Gear Solid. Capisco che Kojima possa avere deluso con MGSV e Death Stranding, ma questo non vuol dire cominciare a disprezzare anche i suoi vecchi lavori - e comunque credo che, sia V che DS siano due buoni prodotti: uno, un ottimo open world con la voglia di lasciare totale libertà al videogiocatore e l’altro, un titolo molto coraggioso che ha cercato di uscire un po’ dai classici canoni, in parte fallendo, sia chiaro -. Purtroppo Kojima non è l’unico a star subendo questa operazione, mi è sembrata che anche i classici Nintendo stiano venendo messi in discussione (non che non sia legittimo). A causa del suo nuovo abbonamento on-line, che permette di accedere ai titoli più famosi del N64, e che si è rivelato essere un immondezzaio, gli utenti hanno, anche, cominciato a rimettere in dubbio Ocarina of Time e Super Mario 64.
Mi sembra che al videogioco manchi una voglia di storiografia e di archeologia . Ho notato che il medium è in mezzo ad un fuoco incrociato: da una parte il videogiocatore medio, che non ha nessuna voglia di critica e di approfondimento, e dall’altra il videogiocatore elitista che vede spazzatura in tutto e che, quindi, si sta perdendo delle belle sorprese come il nuovissimo Marvel’s Guardians of the Galaxy. Stiamo perdendo la nostra eredità videoludica. Un amante del cinema riesce, ancora oggi, ad apprezzare Nosferatu il vampiro di Murnau, mentre un amante dei videogiochi non riesce ad apprezzare più nemmeno un titolo di inizio 2010.
Non vorrei che il videogioco, essendo troppo legato alla sua componente tecnica, perdesse tutta la sua eredità. La mia paura è che rimanga per sempre nella sua età infantile, poiché il ricambio generazionale dei giocatori è costante, e con rare eccezioni si continua a giocare dopo i 30 anni. A differenza del cinema, della letteratura, e di qualsiasi altra forma d’arte, che sono accessibili a tutti, anche a un ultraottantenne, il videogioco, per forza di cose (richiede troppo tempo da dedicargli e con la vecchiaia i riflessi non saranno più quelli della gioventù, per cui giocare alcuni titoli diventerà, pressoché, impossibile), uscirà dalla vita di ognuno di noi (almeno nella sua forma giocata). In questo medium si rischia, così, che si dimentichi il passato. C'è il rischio che opere grandiosi scompaiano per sempre, non solo per colpa di nuovi videogiocatori intimoriti dal vecchio, ma anche per colpa degli elitisti che revisionano tutto con occhio (troppo) critico, incapaci di contestualizzare le epoche e i supporti, ma soprattutto incapaci di criticare sinceramente, dal momento in cui, la maggior parte delle volte, sono critiche fatte al solo scopo di darsi un tono o seguire mode (fino a qualche anno fa c’era la moda di dire che i vecchi Sonic, quelli classici in 2d, fossero brutti videogiochi).
Tutto questo per dirvi che non ho per nulla apprezzato le reaction, medie, ai trailer di Elden Ring, perché per me sono legate al fatto che il discorso intorno al videogioco è ancora troppo puerile. Sia ben chiaro, non sopporto chi si fa accecare dall’hype e dall’amore da fan(atico) verso Hidetaka Miyazaki, ma d’altra parte non sopporto, nemmeno, chi critica troppo aspramente un trailer (cosa assurda, tra l’altro per me, criticare un trailer). Se non si riesce nemmeno più a dare credito a chi, come FROM, ha scritto una parte della storia dei videogiochi recenti, non so come si faccia ancora oggi, nel 2021, a preordinare l’ennesimo Far Cry o Assassin’s Creed. Stessa cosa successe per i trailer di Death Stranding: ancora prima che il titolo fosse arrivato sugli scaffali, il gioco era già stato stroncato dal pubblico. Giudicare un videogioco dal trailer è impossibile, e lo dimostra chi ha visto in Elden Ring una copia di Dark Souls 3 (per favore qualcuno mi spiega, sotto nei commenti, come e dove si prende la cavalcatura in DS3 che me la sono persa). Per l’utente medio stessi assets vuol dire stesso videogioco, eppure continuano a comprare, quasi tutti, l’ennesima edizione di Skyrim. D’altronde siamo di fronte a un’utenza che crede che Immortals Fenyx Rising e Geshin Impact siano copie (alcuni credono siano pure migliori) di The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Che ne è dell’eredità di FROM, se nemmeno riusciamo a dare loro un minimo di credito? Ci siamo già dimenticati di Dark Souls (2011) che ha rivoluzionato non solo il medium, ma anche il linguaggio intorno ad esso, poiché prima, del suo avvento, non esistevano i souls, oggi qualsiasi videogioco punta a essere un souls. Vi vedo già che scrivete “ma io critico FROM perché da loro mi aspetto di più” e io vi rispondo che non ha il minimo senso logico come argomentazione, qualsiasi videogioco alla sua uscita ha la stessa dignità, e io paragono, eccome, Dark Souls a Far Cry 6, entrambi giocano sullo stesso campo, ed entrambi meritano di essere criticati nello stesso modo. Non voglio rinchiudere i generi videoludici nel loro recinto, e tanto meno voglio rinchiudere il videogioco nel suo medium. Che Dark Souls vada a dare battaglia a La Divina Commedia. Per questo, noi videogiocatori, dobbiamo andare là fuori a parlare della nostra passione, è assurdo che qualcuno nel mondo si sia persa quell’opera incredibile che è Kentucky Route 0, solo perché è un videogioco (o non è un videogioco). Per fare questo dobbiamo maturare come utenza, criticare con cognizione di causa e smettere di lamentarci delle cose più assurde.
Ci si lamenta di Elden Ring perché ricicla assets e suoni, ma non ci si accorge che sono 17 anni che giochiamo ad Halo 2.