Nier Automata: la potenza lirica di un finale
"... E sentirsi vivi è praticamente un costante flusso di imbarazzo"
Se dovessi elencare tutti i difetti di Nier:Automata non mi basterebbe un libro di 200 pagine, ma, nonostante tutto, questo videogame è una delle più grandi opere di cui abbia mai usufruito. Un videogioco che partendo dall'oggettificazione delle natiche di una bambola riesce a sconfiggerla e a trasmettere il messaggio delle personificazione, che è alla base dell'empatia. Per avere empatia devi capire che l'altro è solo sé stesso, viceversa se vuoi essere un mostro l'altro per te sarà solo un oggetto o una non persona a differenza tua.
Oggi non voglio parlare però di questo, molti ne hanno già discusso e la maggior parte si è fermata alle sole chiappe di 2B (ognuno arriva dove l'intelligenza gli permette di arrivare), oggi voglio parlare del finale di Nier:Automata, dei suoi titoli di coda: perché è lì che si nasconde tutta la poetica di Yoko Taro.
Tutte le luci nel cielo sono stelle e tutte le stelle del cielo sono nemici.
Un videogioco (quanto poco è adatto il termine gioco per un'opera del genere) che ci fa esclamare "che follia l'esistenza" ma a cui Yoko Taro cerca di dare un significato con una sensibilità incredibile.
Quei titoli di coda sono l'unico vero finale possibile, e un finale del genere l'autore deve sudarselo e guadagnarselo, e Taro se l'è guadagnato. Per riuscire a comunicare il senso di comunità, di mutuo aiuto e la sensatezza che rinasce dal nichilismo totale che pervade tutto il gioco bisogna aver vissuto Automata fino in fondo. Il messaggio finale, che la vita ha senso nonostante tutto, sarà molto più forte quanto più tanto sarai sprofondato prima. E Nier:Automata è uno sprofondamento abissale continuo. Soltanto alla fine arriva questo messaggio, soltanto alla fine dei titoli di coda quando al giocatore stesso è richiesto il sacrificio totale. Il finale di Nier:Automata non è solo il raggiungimento e la sconfitta del boss finale ma è anche la disinstallazione del gioco stesso. Un'opera che trasmette uno svuotamento totale ma che di rimbalzo trasmette fame di vita. Solo un gioco come Nier:Automata può permettersi un finale così positivamente speranzoso.