Questo “pezzo” contiene spoiler dell’opera Finding Paradise di Kan Gao (io sono a favore degli spoiler e un giorno vi spiegherò perché).
Colin non è sicuro di aver avuto una vita felice e soddisfacente e quindi si rivolge alla Sigmund, un'azienda che realizza in punto di morte dei pazienti i loro desideri, modificandone i ricordi. Colin, però, non ha un desiderio preciso, anzi chiede che nella sua vita non vengano cambiati i grandi eventi legati a sua moglie Sofia e a suo figlio, ma che vengano sistemate tutte quelle piccole delusioni e rimpianti che si porta dietro fin sul letto di morte.
Se inizialmente, crediamo che le cose da aggiustare siano i piccoli rimpianti come: aver rovesciato un drink durante la sua luna di miele o essersi macchiato al primo appuntamento; ben presto ci renderemo conto che la maggior parte dei ricordi del giovane Colin sono legati a Faye, un’amica uscita dall'immaginazione (e dalla penna) di un bambino solo.
Se in to the Moon (per citare l’autore dei due giochi Kan Gao) si cercava la fantasia nella realtà, in Finding Paradise cercheremo la realtà nella fantasia. Un'amica immaginaria che altro non è che un rifugio per un bambino solo e asociale (anche un po’ strano) che a un certo punto della sua vita scomparirà e che Colin rimpiangerà sul punto di morte.
Un elogio alla solitudine e all'introspezione, poiché nella solitudine possiamo trovare noi stessi e non c'è alcun rimpianto in essa. Mondi di fantasia che ci aiutano a fuggire da una realtà troppo dura e che quindi possono proteggere, soprattutto un bambino, da un mondo difficile. Coraggiosa (a mio modo di vedere) apologia dell’isolamento in mondi fantastici di bambini soli. Solitudine e fuga dalla realtà vista, non come un male, ma come un percorso “alternativo” di crescita e di formazione, fanno di Finding Paradise un’opera speciale e unica.Ma la solitudine e la fuga fantastica a un certo punto della vita devono essere abbandonati e, quindi, durante l’adolescenza Faye andrà pian piano scomparendo, creando il rimpianto più grande di Colin sul letto di morte.
Colin capirà, infine, che la sua amica Faye scomparve perchè finalmente aveva trovato compagnia nella vita, una moglie speciale: Sofia, che lo ha accettato nonostante tutte le sue stranezze. E se il lavoro di pilota di aerei è un simbolo del voler sempre viaggiare più lontano in cerca di un’amica che non esiste -in parallelo con gli aerei di carta che il piccolo Colin, nella sua fantasia, lanciava a Faye per comunicare-, Sofia (e il figlio) altro non sono che un’ancora che lo trattiene nella realtà e di cui Colin è felice.
Nell’ultima scena del gioco, quindi, Colin si commiata dalla sua amica immaginaria, andando infine nella stanza della moglie dandole un ultimo bacio di gratitudine per averlo accettato, non solo per le sue stranezze, ma, anche e soprattutto, per il suo volere di rivolgersi alla Sigmud. Ma quel bacio significa molto di più, significa, finalmente in punto di morte, di aver accettato la realtà, e di aver compreso che la vita è fatta di rimpianti e desideri infranti e che tutto quello che possiamo fare è lasciarsi all’accettazione di una vita non perfetta, ma felice, poiché la perfezione non esiste, le nostre vita avranno sempre alti e bassi, l’importante è avere consapevolezza di ciò e riuscire ad axxettare i nostri limiti e le nostre imperfezioni.
Colin morirà, infine, felice senza aver modificato nulla della sua vita, una vita che è stata meritevole di essere vissuta, nonostante tutto.