Dragon’s Dogma mi ha riportato indietro a quando per la prima volta giocai a TESIV: Oblivion. Mi ha trasmesso, nuovamente, quel senso di avventura e di voglia di scoperta, in cui riesco a vagare per la mappa solo per il gusto dell’esplorazione. In alcuni frangenti mi ha pure ricordato Red Dead Redemption 2 con il suo ritmo compassato, certo a livello narrativo siamo indietro anni luce rispetto al titolo di Rockstar, ma l’opera di Itsuno l’ho trovata mediamente più divertente da giocare.
Dragon’s Dogma 2 è un gioco particolare, quasi unico (esattamente come il suo predecessore, di cui questo sembra un remake vero e proprio), ostico da approcciare, con alcune meccaniche che richiamano un po’ il vecchio modo di fare videogiochi, ma meccaniche talmente antiche da risultare paradossalmente nuove e fresche. È però allo stesso tempo un gioco con dei problemi. È un gioco non per tutti, ma non perché intellettualmente pesante come potrebbe essere Kentucky Route 0, ma come non è un gioco per tutti Euro Truck simulator o Europa Universalis. L'autore del gioco ha in mente precisamente il suo giocatore modello e coraggiosamente lo insegue. Non mi stupisce infatti che Dragon’s Dogma 2 (esattamente come il primo) tenda a non piacere a tutti, non vuole fare questo, e forse è stata sbagliata la campagna di marketing di Capcom nel presentalo come un gioco per tutti, quando è evidente che è un gioco di nicchia travestito da AAA.
Sorvolerò velocemente sui problemi tecnici perchè io, giocandolo su PC con una 1080 per le prime dieci ore e poi con una 4070 per le restanti, ne ho riscontrati pochissimi, soprattutto qualche calo di frame e pop-up vistosi relegati nelle aree delle città importanti. Partirò, quindi come al solito, dai difetti, per poi parlare delle cose più belle.
Difetti
Il titolo Capcom è troppo denso di nemici, soprattutto di nemici comuni, non si riesce a fare più di venti secondi di gioco senza imbattersi in un gruppo di minion, ed essendo il viaggio il focus centrale del gioco, ritrovarmi costantemente interrotto nel mio vagare alla lunga diventa stancante. Inoltre la varietà dei mob non è abbastanza diversificata, certo questo riesce a dare più coerenza del mondo di gioco, ma, anche in questo caso, la sensazione generale è di stanchezza. A volte mi domando come sia stato possibile che una civiltà fantasy tardo medioevale, quasi rinascimentale, sia potuta nascere e fiorire dal momento che il mondo è pieno di pericoli e le vie di comunicazione tra le città sono pressoché impercorribili dalle persone comuni.
La trama non è mai interessante, tenta di essere accattivante con intrighi, tradimenti e misteri ma non ci riesce, è troppo generica, i dialoghi sono dimenticabili e i personaggi sono piatti e macchiettistici. La scrittura scialba mi è sembrata più una scelta di design, perchè il gioco mira in tutto a farti vivere la tua storia e forse una scrittura troppo presente e pressante avrebbe obnubilato la filosofia dietro a tutto il gioco. Ciò non toglie, però, un generale senso di sciatteria sia nella messa in scena che nella conduzione della trama che nella seconda parte di gioco sembra pure frettolosa.
Pregi
Il viaggio è appagante e sinceramente non ho mai sentito troppo necessario il viaggio rapido perché mi sono fatto, sempre abbastanza volentieri, le strade avanti e indietro, un po' perché il mondo ha sempre qualcosa da offrire, e spesso mi sono ritrovato a deviare dal mio percorso principale per esplorare luoghi che attiravano la mia curiosità , e un po' perché il combattimento è abbastanza rapido, soprattutto nelle fasi finali quando si comincia a sentire un generale senso di stanchezza, e divertente. Il mondo riesce a sembrare enorme, ma al contempo non richiede un gran quantità di tempo per essere attraversato per intero, il viaggio, infatti, risulterà lungo perché quello che ci circonda è stato pensato per far deviare il giocatore dalla sua strada principale. Inoltre la notte, che su DD2 è veramente buia e pericolosa, riesce a trasmettere urgenza al giocatore, soprattutto nelle prime ore, riuscendo, anche in questo caso, a diversificare l'esperienza del viaggio.
Il combattimento non prevede un lock-on, ed è tutto basato sul positioning (un po' come Monster Hunter), inoltre le diverse classi offrono diversi tipi di approccio e di strategia al combattimento. Nonostante da metà gioco si diventi veramente forti, DD2 riesce comunque a mantenere il senso di pericolo durante il combattimento soprattutto quando si affrontano i mostri più grossi, contro cui combattere risulta pressoché sempre interessante anche grazie al sistema di scalata, infatti, ricordando un po' Shadow of the Colossus, ci ai potrà arrampicare sui nemici per colpirli nei loro punti deboli. Potrei dire che DS2 è un Monster Hunter semplificato.
Le pedine di DD2 hanno una discreta IA e durante i combattimenti (se guidate nel modo giusto) difficilmente saranno inutili. Ma la cosa più affascinante sarà il loro ricordo delle missioni affrontate con altri giocatori, infatti, nonostante le quest siano abbastanza elusive nelle loro informazioni, questo sistema aiuta a orientarsi meglio e non è altro che il classico puntino sulla mappa che ti guida, ma mascherato con arguzia e che rende il mondo di gioco più reale e affascinante.
Dragon's Dogma 2 è ottuso, ma riesce comunque a trasmettere la sua poetica di avventura e di viaggio in un mondo fantasy grazie ai suoi pregi. In qualche modo cerca, anche, di parlare di emancipazione dall’innatismo, di profezie auto-avveranti, della ricerca dell'umanità di un destino già scritto che li giustifichi nelle loro miserie, ma relega questi discorsi a tre dialoghi in tutto il gioco, soprattutto allo stupendo monologo del boss finale, dimostrazione che la trama spicciola e la sua scrittura blanda sono un'ovvia scelta di design che, sinceramente, mi è risultata infelice.
Consiglio Dragon's Dogma 2 a chi ha voglia di perdersi e di esplorare, a chi devia dal percorso principale e a chi da bambino fantasticava di vivere avventure nella Terra di Mezzo.